Stando a quanto affermato nel libro Computer Science Reconsidered: The Invocation Model of Process Expression scritto da Karl M. Fant, sembrerebbe che l'uso e l'insegnamento di modelli matematici applicati all'informatica sia, se non del tutto inutile, almeno poco produttivo.fonte
In particolare, la nozione di algoritmo viene vista come un paradigma altamente inefficiente per l'informatica, almeno per quanto riguarda gli aspetti pratici della programmazione. A supporto delle proprie testi, l'autore sostiene infatti che gli scopi di un matematico sono diversi da quelli di un informatico, ed i secondi in genere non hanno bisogno di modelli computazionali quanto di modelli espressivi. Infatti, i programmi implementano algoritmi, e non sono algoritmi in sé: una qualsiasi applicazione è soltanto un'espressione di un processo ben definito, non il processo medesimo.
Quindi, secondo Fant, la nozione di algoritmo semplicemente non dà una sufficiente illuminazione concettuale ai problemi di cui si occupa la maggior parte degli informatici. In altre parole, il grosso degli informatici passa il proprio tempo non tanto a tirare fuori dal cappello algoritmi, ma a mettere insieme righe di codice. Gli studiosi come John Von Neumann e Alan Turing, che hanno introdotto questo parallelismo fra matematica e informatica, erano invece fortemente legati allo sviluppo dei primi componenti elettronici digitali.
Per poter effettivamente giudicare il parere espresso nel volume, sarebbe senz'altro necessario raccogliere altre informazioni e leggere il libro, anche se in linea di massima in effetti la maggior parte degli informatici, se non si allontana dai propri compiti, non ha bisogno di una vasta conoscenza matematica all'atto pratico.
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